Star bene in classe

Come migliorare le relazioni e prevenire il bullismo con il Circle Time 3.0

Quando ho visto questo libro nella colonna delle novità in biblioteca, ho allungato subito la mano per prenderlo. E la sensazione che potesse interessarmi mi è stata confermata dall’introduzione.

Non è semplice fare gli insegnanti oggi.

Da un lato si chiede loro di essere efficienti, professionali e di preparare gli studenti ad affrontare, nel modo migliore, il corso di studi successivo o il mondo del lavoro; dall’altro devono lavorare in condizioni ambientali critiche, con aule troppo piccole, senza materiale didattico appropriato e, soprattutto, con gruppi-classe eccessivamente numerosi, che non permettono la sperimentazione di modelli di insegnamento differenti e magari più efficaci.

In classi così compresse, dove tanti ragazzi devono stare assieme «forzatamente» per una media di cinque-sei ore al giorno, con scarse occasioni di movimento, è possibile – se non probabile – che aumenti il grado di insofferenza di alunni e insegnanti. Può capitare che le relazioni si deteriorino progressivamente, fino a rendere difficile la convivenza e la possibilità di insegnare e apprendere in modo sereno.

A questa situazione si aggiunga il crescente disagio giovanile, causato da contesti familiari conflittuali; l’incertezza del futuro con l’aumento del consumo di alcool e droghe; un utilizzo compulsivo dei telefoni cellulari, i cosiddetti «smartphone», che se da un lato permettono di stare sempre connessi con gli amici, dall’altro disabituano i ragazzi alle relazioni personali reali in favore di quelle virtuali.

 

Cos’ha di speciale questo libro?

È scritto da due autori, Fabio Pasquale e Alfredo Cenini, che hanno una pluriennale esperienza con i ragazzi. Si occupano di formazione da tanti anni. Hanno maturato molte esperienze significative, dalla riflessione sulle quali sono nati gli spunti per questo libro.

Star bene in classe è un libro che racconta di un metodo che ha a cuore il «benessere relazionale degli studenti». Nasce “sul campo”, cioè in classe. Qui ogni insegnante e ogni alunno vivono ore e ore della propria vita. Qui si giocano ben più dei ruoli che ognuno riveste.

Il libro è suddiviso in due parti, collegate strettamente una all’altra.

La prima è intitolata “Formarsi per educare”.

Introduce un principio molto importante: «Se abbiamo il cuore in guerra non c’è tecnica in grado di migliorare le relazioni all’interno della classe». Il “cuore in guerra” è una barriera che si frappone nell’incontro vero con l’altro. Gli autori la identificano con l’immagine di una scatola, mutuata dal libro Anatomia della Pace dell’Arbinger Institute. Raccontano le insidie delle emozioni negative legate all’avere il “cuore in guerra”. Aiutano a riconoscere i «sintomi che accompagnano la nostra chiusura all’interno della scatola» (es. vittimismo, colpevolizzazione dell’altro,…). Danno altresì indicazioni utili e preziose su come poterne uscire. Sì, perché dalla scatola si può sempre uscire!

Fabio Pasquale, partendo dall’esperienza di insegnante, racconta un episodio significativo per la propria crescita professionale. Da qui comincia una riflessione importante sulle tappe che l’hanno portato a cambiare. Spiega come un insegnante può declinarle nel proprio lavoro quotidiano. Le tappe che individua sono:

  1. uscire dalla comfort zone
  2. essere proattivi
  3. comunicare in modo assertivo
  4. ricordarsi che la mappa non è il territorio

…tutte da leggere e meditare!

Chiude la prima parte del libro un capitolo dedicato alla piramide del cambiamento o piramide della pace. Questa è una teoria sulla gestione dei conflitti elaborata da The Arbinger Institute, un istituto di ricerca americano che studia la risoluzione di problemi. La piramide della pace è uno schema che indica

in modo intuitivo una cosa molto importante, ovvero che, quando abbiamo un problema con una persona o con un gruppo, la cosa sulla quale dovremmo concentrare la maggior parte delle nostre energie è il far sì che le cose vadano per il verso giusto, piuttosto che preoccuparci di ciò che non va. Soltanto nell’ultimo step infatti – quello in cima alla piramide – l’attenzione veniva orientata esplicitamente a ciò che possiamo definire come il problema iniziale! Ci venne fatto notare che di solito, però, noi facciamo esattamente il contrario.

La seconda parte del libro, invece, è dedicata a “Il circle time 3.0″.

Essa spiega, in modo molto concreto, quali sono gli atteggiamenti e le attività che un insegnante può mettere in atto per creare una rete relazionale appagante ed «ecologica», in cui tutti possano stare bene. In un contesto relazionale così strutturato diventa molto difficile che attecchiscano forme di prepotenza e di sopraffazione fisica e verbale. Un sostrato così pensato diventa cioè una forma di prevenzione al bullismo e alle sue forme di espressione.

In questa parte del libro è ampiamente spiegata la struttura del Circle Time 3.0. Questo ha fasi ben precise e distinte.

La maggior complessità di questa versione del Circle Time va tutta a favore della sua efficacia, e comunque non è mai tale da renderne difficoltosa l’applicazione. Una volta effettuata la scelta delle attività più idonee fra quelle disponibili tutto il processo risulterà gestibile.

Per gli insegnanti che vogliano adottare questo tipo di approccio per il benessere relazionale, sono date delle vere e proprie “istruzioni per l’uso”. In queste gli autori hanno trascritto esattamente quello che dicono e che fanno durante un Circle Time. Da formatori, sono consapevoli infatti che molte volte ciò che spaventa gli insegnanti è il passaggio dalla teoria alla pratica.

Nella seconda parte, inoltre, è dato un ampio spazio all’acquisizione

    • delle tecniche di discussione. Sono elencati i motivi della loro utilità e della loro efficacia. Si spiega in che cosa consistono, come si svolgono e quali sono le parole che può usare l’insegnante in qualità di facilitatore;
    • delle tecniche per il team building / class building. Sono attività divertenti, ma non sono di intrattenimento. Servono a supportare il gruppo e il singolo partecipante. Dato l’impegno fisico ed emotivo che talvolta richiedono, è di solito previsto un debriefing finale. A proposito di questo, si legge

      vorremmo rimarcare quanto sia necessario aiutare i singoli a uscire dallo sconfortante analfabetismo affettivo ed emotivo che caratterizza molti. Verbalizzare il proprio vissuto è un passaggio fondamentale per non essere vittime della propria emotività: il filtro della riflessione insieme all’abitudine all’introspezione alimentano la consapevolezza di ciò che si vive, riducendo il rischio di cortocircuiti interiori dove l’emozione si salda con l’azione senza nessun tipo di mediazione.

      (Mi piace moltissimo questo passaggio! E a te?)

    • delle tecniche di raccordo fra i vari momenti del Circle Time. Sono suggeriti dei giochi e, per le energie che mettono in movimento, sono caldamente consigliati.

 

Il libro si conclude con il riferimento all’esperienza di condivisione che gli autori fanno della propria esperienza su youtube. Sul canale Star bene in classe si possono infatti vedere come vengono applicati i suggerimenti dati nel libro e prenderne spunto per le attività in classe.

Io ho trovato gli spunti che questo libro offre molto interessanti e penso che costituisca una lettura di qualità. Per questo motivo, ho deciso di condividerlo qui, con te. C’è sempre bisogno di uno stimolo per riflettere. Occorre tante volte fermarsi e fare il punto della situazione. Per noi stessi. Per i ragazzi con cui viviamo la quotidianità scolastica.

E tu cosa ne pensi? Hai già letto un libro che tratti di come migliorare le relazioni in classe? Se volessi suggerirmelo, mi farebbe molto piacere: sono sempre alla ricerca di buone letture! Puoi scriverlo qui sotto nei commenti. Grazie!

P.S.: Ah! Prima di salutarti, ti informo che io e questo sito ci prenderemo un po’ di vacanza: questo sito sonnecchierà e io … beh … io ne approfitterò per ricaricarmi, in previsione del lavoro del prossimo anno scolastico. Nell’attesa di risentirci, però, invito anche te a regalarti del tempo “vacante” e, se sentirai nostalgia, a navigare in questo sito come in un piccolo lago di montagna dalle “chiare, fresche e dolci acque”!  😉 (Ecco! Ho scomodato anche il Petrarca! Ho proprio bisogno di vacanze!) A presto. Al 7 settembre. Ti aspetto, ciao!

 

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