Lettera a un bambino che ha paura della matematica
Ciao e bentornata qui!
Il libro che ti invito a leggere oggi in questa rubrica è un libro che ha attirato la mia attenzione dagli scaffali della libreria. Guardo sempre volentieri i testi che trattano di argomenti relativi alla scuola.
Quando ho notato questo libro tra le novità editoriali, ho riconosciuto subito l’autore dello stesso testo, Analisi grammaticale e logica al volo, che avevo usato con soddisfazione nel ciclo scorso.
Ho letto Lettera a un bambino che ha paura della matematica di Camillo Bortolato e l’ho trovato di una delicatezza e di un’attenzione al bambino che a me hanno ricordato le opere – e a tratti l’ironia – di Gianni Rodari.
Perdonami se questo articolo non è una recensione, ma piuttosto il consiglio di una lettura interessante che può suggerirti una collega: non conosco nel dettaglio il metodo analogico di Bortolato e preferisco, se vuoi approfondire, invitarti a visitare il suo sito per comprenderne l’impianto e la ricchezza. Lì troverai tutte le notizie, le esperienze, la spiegazione del metodo e molto altro (Ma della sezione intitolata La via del cuore oppure quella “Ecco la scuola che vorrei…” vogliamo parlarne?)
Qui riporto semplicemente alcune delle citazioni – queste sono tratte dalle pagine conclusive del libro – che hanno fatto vibrare le corde del mio cuore di mamma e di insegnante.
Non insegni matematica? Non importa, nemmeno io, ma caspita se questo libro mi è piaciuto!
Buona lettura!
Caro collega insegnante,
scusa se sembra che abbia parlato male di te nelle pagine precedenti. Non ce l’avevo con te. Ce l’avevo con quelli che scrivono di scuola ma non hanno mai provato a tenere venticinque bambini fermi in aula per otto ore, anzi ignorano del tutto il problema. Se glielo fai notare, rispondono semplicemente che non bisogna tenerli fermi. Non sanno cosa succederebbe se li ascoltassi: il tracollo. Tanto loro non ci sono.
(…)
«Cari bambini, vi considero tutti eccellenti» dirò loro «e mi aspetto da ciascuno una genialità diversa, quello che mi potete dare». (…) Aspetterò che ciascuno sbocci nella sua stagione, perché ci sono fiori di primavera e fiori d’autunno che sono anche più preziosi.
(…)
Una scuola per studiare cose meravigliose sul mondo e su come siamo fatti noi nella nostra insondabile umanità.
(…)
Perciò consolati, caro collega,
perché quando ti senti disperato e in solitudine sappi che è la condizione nascosta di tutti. Sei in compagnia. Ma, se le cose andassero bene ogni giorno, non saresti comunque contento. Torneresti a casa accusando un senso di colpa per non esserti consumato abbastanza. Perciò sorridi e vai avanti così.
Sempre negli ultimi capitoli, l’autore così scrive ai genitori:
Caro genitore,
se ti è possibile non chiamare tuo figlio tesoro troppo spesso, perché poi andando a scuola ci rimarrà male a scoprire che anche gli altri bambini sono chiamati così dai loro genitori. E allora, povero me insegnante, nascerà una guerra tra bambini per scoprire chi è veramente un tesoro, e magari qualche bimbo perderà fiducia nel suo genitore.
(…)
I bambini nascono con due valenze che sono come due porte nascoste: quella del bene e quella del male oppure, se preferisci un linguaggio più aggiornato, quella delle pulsioni positive e quella delle pulsioni negative. (…) Educazione è imparare a tenere sprangata questa seconda porta che tutti abbiamo, e cercare di tenere aperta quella del bene, anche se costa più fatica.
(…)
Che bello se lo vedi penare un po’ perché deve fare i conti con la vita.
(…)
E non tormentarti all’idea che la scuola debba essere un’isola felice, altrimenti ti aggrappi a un’utopia e stai male. Come potrebbe accadere, se noi per primi siamo pieni di difetti? Credi che a scuola si possano trovare di regola persone migliori di noi? Può succedere per caso. (…) Siamo smarriti e angustiati come tutti. La so lunga su questo sogno. Adesso quello a cui ambisco è donare all’organismo elefantiaco e sofferente della scuola una cellula sana. Almeno ci provo.
E al ministro:
Caro Ministro,
(…) poi sarai più contento di tornare nei tuoi uffici. E porterai con te un po’ di competenza in più sul lavoro degli insegnanti che magari non sono sempre all’altezza, ma ce la mettono tutta… per sopravvivere.
Nel salutarti, come nota redazionale, ti informo che nel mese di luglio non ci saranno recensioni in questa rubrica (troverai però nel blog alcuni articoli sui consigli di lettura per il prossimo anno scolastico) e che agosto sarà mese di – tanto sospirate – vacanze. Questa rubrica riprenderà perciò a settembre, mentre sul blog ci “rivedremo” settimana prossima. Ti aspetto!