Cimpa – la parola misteriosa
Benvenuta alla prima recensione del 2020!
In questa sezione del sito trovi suggerimenti di letture e i motivi per cui ne scrivo: prenditi tutto il tempo che occorre per navigarla. Buona permanenza!
Oggi, nello specifico, trattiamo dell’albo illustrato*: Cimpa – La parola misteriosa dell’autrice e illustratrice Catarina Sobral, La Nuova Frontiera Junior, Roma, 2014.
Pagine 40 – Formato 24 x 32 – Edizione in lingua originale: portoghese (2012).
Hai visto il book trailer?
Cosa succede? – ovvero la TRAMA
Un giorno, uno studioso trovò in un vecchio dizionario una parola che non era più stata usata da parecchio tempo: Cimpa. Nessuno era in grado di dire che cosa significasse, né a quale categoria grammaticale appartenesse. Gli esperti erano in disaccordo gli uni con gli altri: c’era chi supponeva si trattasse di un verbo, chi di un nome, o forse era un aggettivo?
La categoria grammaticale cui presumibilmente poteva appartenere sembrava destinata a cambiare di continuo nel caos e nell’incertezza generale perché ognuno aveva iniziato a usare la parola cimpa come e quando gli pareva.
Lo studioso che l’aveva scoperta, vedendo come stavano andando le cose, decise allora di approfondire le ricerche e fece un’importante rivelazione: la categoria grammaticale di cimpa non era un determinante, come si era creduto fino ad allora, bensì un …perlinco!
Il mistero sembrava risolto.
A quel punto, rimaneva solo una piccola questione da chiarire: cos’era un perlinco???
Occhio alle illustrazioni!
– ovvero QUATTRO INFORMAZIONI e QUATTRO PROPOSTE di attività per EDUCARE LO SGUARDO
Essendo un albo illustrato, immagini e testo formano un corpus unico in cui le prime valorizzano e completano il secondo.
L’analisi iconica dell’opera è stata svolta in collaborazione con la prof.ssa di arte Aurora Piotto, che ringrazio ancora per la disponibilità.
È utile osservare, in particolar modo, che l’illustratrice ha uno stile originale e inconfondibile:
1) Le illustrazioni, che rimandano al modo di disegnare e colorare dei bambini della scuola primaria, consistono in disegni realizzati dall’autrice utilizzando una tecnica mista: pastelli a cera, colori ad olio e grafite su carta a grana ruvida. I contrasti cromatici sono sfumati dall’uso di sfondi chiari.
Il tratto è eterogeneo: si passa infatti da quello più marcato di certe linee (es. i rami degli alberi) a quello più fine di alcuni dettagli (es. il musetto del topolino nella sala di registrazione radio).
Tutte le illustrazioni meritano di essere osservate attentamente per la ricchezza di particolari, a volte buffi, che conferiscono alla storia anche una vena ironica e amplificano la forza del testo.
La scelta della tavolozza di colori è limitata e l’illustratrice esplora con il segno e il colore uno spazio dove trame e motivi si intrecciano creando immagini piene e bidimensionali.
Una caratteristica stilistica di Catarina Sobral è che nelle sue tavole domina la totale assenza di profondità e l’equilibrio tra i vari spazi nella composizione dell’immagine venga gestito dalle campiture e dagli accostamenti cromatrici.
>> PROPOSTA OPERATIVA: Fai notare ai bambini le differenze tra il cappello rosso della signora con gli occhiali e il tronco dell’albero (pag. 10 – 11) oppure tra l’ombrello nero e l’interno dell’autobus (pag. 22 – 23): riesci a trovare altre differenze?
2) Nelle illustrazioni predominano il colore ecru, nelle varie tonalità, e i colori primari del giallo e del rosso in tonalità non consuete: l’illustratrice usa, infatti, il rosso carminio e il giallo ocra, colore dalle tonalità che variano dal giallo-oro al marrone chiaro. L’uso di questi colori è dosato e costante in tutte le pagine; gli stessi creano un’armonia cromatica grazie all’uso nella stessa pagina dei complementari che creano un equilibrio visivo.
Il nero è usato sia come colore di riempimento delle figure, sia – a tratto più leggero – per i contorni, i dettagli e le ombreggiature. Compaiono meno il verde (presente soprattutto nella seconda parte del libro) e le tinte fredde del blu e del viola, nelle loro diverse tonalità.
>> PROPOSTA OPERATIVA: Proponi di giocare a trovare quali sono i tre colori predominanti in alcune pagine scelte. Potreste registrarli poi su un semplice grafico con crocette alla lavagna per vedere i colori più usati. Avevate avuto la stessa impressione prima di registrarne la presenza?
3) Vi è talvolta, inoltre, un uso combinato del punto di vista nella stessa illustrazione: ad es., alcuni oggetti (o persone) sono rappresentati di fronte e parti dell’ambiente circostante dall’alto. Le illustrazioni richiamano il disegno dell’età evolutiva (es. nella rappresentazione della prospettiva di alcuni oggetti, come edifici, tavoli e auto).
>> PROPOSTA OPERATIVA: Proponi di osservare le auto di pag. 30 – 31: cosa noti?
4) Molti sono i dettagli che arricchiscono e completano le immagini se si osserva con attenzione: es., oltre al topolino cui si è accennato sopra, le sigle che identificano le posizioni di lettura nella biblioteca, le ombre delle persone che abitano nel palazzo oltre la strada, la persona che cerca il telecomando tra i cuscini del divano,…).
>> PROPOSTA OPERATIVA: proponi ai bambini di trovare altri cinque dettagli che non sono stati scritti qui.
Perché leggere “Cimpa – la parola misteriosa“?
– ovvero 5 buoni motivi per aprire il libro
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È una storia divertente e a tratti spassosa: ricorda certi giochi di parole che si ripetono all’infinito e quelle filastrocche senza fine simili a C’era una volta un re seduto sul sofà che disse alla sua serva.
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Ha pregevoli illustrazioni originali, come abbiamo visto sopra: nell’ottica di offrire ai bambini libri di qualità, questa lettura fa la sua parte …più che egregiamente!
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Aurora scrive che: Le illustrazioni sembrano uscire dalle pagine e terminare tra le mani del lettore tanto da avere la sensazione di essere all’interno del libro. Sono pienamente d’accordo!
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Stimola la fantasia: quante non-parole come Cimpa esistono nel nostro universo linguistico? A quale uso si presterebbero? Come le trovo? Le invento? Le domande-stimolo che posso pormi sono numerose.
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È un libro che offre più spunti di riflessione. Uno tra i tanti: ogni persona, a un certo punto, inizia a usare la parola cimpa come e quando gli pareva: cosa succederebbe se facessimo davvero così ed iniziassimo a chiamare un oggetto di uso comune, come una sedia o una forchetta ad esempio, ognuno a modo proprio? Estendendo l’ipotesi, e se facessimo così anche con una qualsiasi regola condivisa?
Concludendo, spero di averti offerto con questo articolo suggerimenti e idee per leggere Cimpa – la parola misteriosa con curiosità e magari un occhio nuovo. Se, poi, desideri approfondire ulteriormente il discorso e cerchi spunti operativi da attuare in classe con i bambini, ti aspetto nella pagina Gli Speciali il 10 febbraio con un nuovo articolo ricco di proposte di attività. Ci sarai?
Grazie per aver letto e a presto.