Ecco quali libri leggerò io durante l’estate. E tu?
Ciao e bentornata qui per il secondo articolo extra di questo mese!
Quelli che ti propongo oggi non sono libri che ho già letto, ma libri che vorrei leggere, libri che sono inseriti nella mia ormai chilometrica wishlist (dimmi che è così anche per te, per favore!).
Durante l’estate mi piace privilegiare libri che raccontano storie divertenti, leggere, allegre, che strappano un sorriso (o anche una lacrima). Oppure scelgo uno o due libri che mi sarebbe piaciuto leggere durante l’anno, ma per i quali non sono riuscita a ritagliare il tempo da dedicarvi.
Tra tutti quelli che mi sono appuntata, per questo articolo ne ho scelti alcuni e te li propongo. Non so ancora di preciso quali leggerò (mi piace andare in biblioteca e lasciarmi ispirare dal momento, dalla copertina, dal profumo della carta stampata, per cui alcuni libri li aggiungo alla lista, altri …li metto in coda!).
La mia rosa di scelte è (probabilmente) questa. Pronta a scoprirla?
R. Perrotta, L’uroboro di corallo, Salani, Milano, 2017, pp.315
Dal sito dell’editore: Può un’eredità imprevista cambiarti la vita, anche se non sei più giovanissima e non ti aspetti più nulla dal mondo? Sì, se l’eredità è una spilla di corallo a forma di uroboro. Di un suo supposto potere magico è convinta Anastasia, una donna ‘all’antica’, insicura e piena di remore, che vive l’abbandono del marito come una colpa e ha congelato la propria esistenza nell’attesa di un suo improbabile ritorno. L’eredità dell’amante del nonno, un palazzetto in una zona malfamata di Catania e una scatola piena di cianfrusaglie tra cui l’uroboro, è l’occasione per cambiare tutto.Intorno ad Anastasia un mondo di personaggi vivi e reali: le tre cugine ‘continentali’, la figlia Nuvola con i capelli viola e il suo bizzarro mestiere, l’altra figlia Doriana, che scopre le gioie e i dolori dell’adulterio, e poi ancora il notaio-cuoco Matteo e l’inquietante cavalier Santospirito con le sue rocambolesche manovre per impossessarsi del magico uroboro. Ma specialmente Igor, il primo amore di Anastasia, che potrebbe tornare dalla Guadalupa e rimettere tutto in discussione…Un romanzo immerso nei caldi colori mediterranei, in cui ironia e fiducia nel cambiamento aprono nuove, meravigliose strade.
Mi incuriosisce perché: dapprima sono stata attirata dal titolo (sinceramente non sapevo cosa fosse un uroboro), poi dalla trama e dall’atmosfera mediterranea che questa lascia intuire.
E. Lanza, Uomini, Salani, Milano, 2017, pp. 138
Dal sito Salani: Una bambina di tre anni e mezzo. Suo padre che lascia la famiglia perché innamorato della sorella di sua moglie. Con questo primo, crudele tradimento, inizia il cammino sentimentale della protagonista di Uomini. Un cammino che diventa, grazie ai personaggi, alle vicende, agli scenari che racconta, un irresistibile romanzo d’amore. Uomini di talento, di successo, famosi, potenti, ammirati. Per quanto diversissimi, petali della stessa margherita nel gioco del m’ama, non m’ama, una corolla al centro della quale c’è la protagonista, una donna che non riesce a farsi amare davvero, mai abbastanza ferita da arrendersi alle proprie illusioni. Che si racconta con sfacciata ironia, sapendo di aver perduto tutte le battaglie: tranne l’ultima, con se stessa.
Mi incuriosisce per la presentazione che ne fa l’editore (“Un libro aspro e amaro, coraggioso e sincero, scritto con ruvidezza calda e avvolgente. Con voce sicura e timida allo stesso tempo”) e perché è da tempo che voglio leggere un libro di Elda Lanza, della quale avevo visto un’intervista in tv e dei cui libri ho letto alcune recensioni (nel frattempo, ho già prenotato Il tovagliolo va a sinistra).
L. Wingate, La scatola delle preghiere, Leggereeditore, Roma, 2018, pp. 269
Il CSBNO scrive: Quando Iola Anne Poole, un’anziana signora dell’isola di Hatteras, muore nel letto della sua abitazione, Tandi Jo Reese viene incaricata di risistemare la casa della defunta che è anche proprietaria del cottage in cui lei abita. In fuga da un matrimonio oppressivo e da un passato tormentato che continua a perseguitare anche il suo presente, Tandi è scappata insieme ai suoi due bambini e ora vive di fronte alla splendida e sontuosa villa vittoriana della signora Poole. Anche se le due donne non si sono mai conosciute, è stata proprio Tandi a ritrovarla, ormai morta, nel suo letto. E da quel momento inizia per lei un viaggio spirituale alla scoperta di quella strana casa, dei segreti che racchiude e, infine, di sé stessa. Il rinvenimento di ottantuno scatole minuziosamente decorate, ognuna delle quali rappresenta un anno della vita di Iola, le svelerà lo straordinario percorso di una donna vissuta nell’ombra: pensieri, desideri, speranze e paure di una personalità complessa, annotati su fortuiti pezzi di carta. E la lezione finale contenuta nell’ultima scatola avrà forse l’effetto di cambiare l’esistenza di Tandi per sempre.
Mi incuriosisce perché: sembra una storia particolare, legata a spiritualità e ricordi.
A. Porcelli Safonov, Storie di matti, Fazi, Roma, 2017, pp. 191
Dal sito dell’editore: Che ci capiti o no di vederli, i matti sono tra noi. Per strada, alle poste, ai matrimoni. Sono moltissimi e forse più pericolosi di quelli di una volta rinchiusi in manicomio: hanno solo cambiato i connotati.
I matti della porta accanto sono un movimento sempre più evidente e distruttivo. Quelli malati di socialità sono a briglia sciolta all’apericena o in fila dal nutrizionista. La loro versione 2.0 è composta per la maggior parte da persone dichiarate normali, pregevoli, da conoscere, imitare o invitare alle feste. Ma la cosa che più ghiaccia il sangue è la loro evoluzione. I matti odierni non solo si sono inseriti nel tessuto sociale come se niente fosse, ma sono riusciti a piazzarsi ai piani alti dei grattacieli o dei governi. Oppure sono in vestaglia ad annaffiare i cespugli di bosso nel nostro pianerottolo ogni mattina alla stessa ora, sono in fila con noi al supermercato, pronti a linciarci se chiediamo di passare avanti perché abbiamo solo il detersivo da pagare. O, ancora, sono nel nostro letto da vent’anni. I nuovi pazzi sono i nostri sindaci, i nostri tabaccai, nostra moglie, nostro marito, il nostro amministratore delegato, l’amica di nostra figlia o semplicemente il tipo che ci siede accanto in treno. Ci attirano nella loro inquietante rete appiccicosa facendoci accettare tutto il marcio e malato come vero, assodato, chic o quantomeno normale. E così: a ogni città il suo matto come in questo spassosissimo, folle, pirotecnico e ferocissimo libro, scatenato ritratto di gruppo dall’autrice di Fottuta campagna.
Mi incuriosisce perché sembra molto divertente: chi può dirsi “normale” quindi?
Per finire, ecco un romanzo In bilico fra il giallo, il noir e il romanzo sentimentale (…), una love story in salsa milanese, ironica e divertente, disperata e struggente:
N. Romanelli, Ma perché non sono nata in Svizzera?, Luoghinteriori, 2017, pp.184
Dal sito dell’editore: Lucrezia, calligrafa milanese, vive quella che si potrebbe definire una vita da sogno: un lavoro che la appassiona, un compagno che la ama, un appartamento “trendy” in casa di ringhiera. Ma… il “ma” è rappresentato dalle cinquanta candeline che la protagonista si appresta a spegnere. E, con lo scoccare dei cinquanta, sono in agguato insoddisfazioni, pericolosi bilanci, paura di non piacere, di non piacersi più. Ed ecco apparire, all’inesorabile cena di classe con i compagni di liceo, il figlio trentenne, bello e dannato, di un suo “fidanzatino” dei tempi della scuola, che la condurrà sulle montagne russe dell’amore ritrovato, della passione, della disperazione e di molto altro.
Mi incuriosisce perché: sembra essere un romanzo ironico e leggero, divertente e coinvolgente, su un passato che a tratti forse un po’ a tutte capita di rimpiangere …se non altro per l’età!
Oltre alla narrativa, mi piacerebbe leggere questi due saggi:
S.J. Blakemore, Inventare se stessi. Cosa succede nel cervello degli adolescenti, Bollati Boringhieri, Torino, 2018, pp. 246
Il CSBNO scrive: Lunatici, pigri, inaffidabili. Spesso gli adolescenti vengono descritti ricorrendo a luoghi comuni e con una superficialità preoccupante. Tuttavia, il comportamento scostante tipico dei teenager non è irragionevole e non ha nulla fuori dall’ordinario. Ed è così per un motivo. Correre rischi, provare imbarazzo o passare più tempo con gli amici sono tutti sintomi di una fase importante dello sviluppo cerebrale, sono i segni di un viaggio che deve essere compiuto per poter diventare adulti. Fino a circa vent’anni fa, il lato spiacevole del comportamento adolescenziale veniva attribuito agli ormoni impazziti e ai cambiamenti che i giovani affrontano a scuola e nella vita sociale. Oggi invece sappiamo che il loro cervello va incontro a uno sviluppo sostanziale e che questo contribuisce probabilmente all’insorgere dei comportamenti tipici dell’età adolescenziale. E dunque che cosa accade a livello neurale, dentro il cervello dei ragazzi? Nel corso dell’adolescenza irrompe un processo fondamentale chiamato pruning, «potatura» o «sfoltimento sinaptico», che rinforza certe aree e ne elimina altre; le sinapsi usate in un determinato ambiente vengono conservate, tutte le altre vengono «sfoltite», dando infine forma alla struttura definitiva del cervello adulto. Frutto di un lavoro di ricerca decennale e degli studi pionieristici compiuti in prima persona da Sarah-Jayne Blakemore, “Inventare se stessi” è una guida per comprendere meglio i processi evolutivi del cervello adolescente. Il cervello dei teenager non funziona male. L’adolescenza è un periodo della vita in cui il cervello cambia profondamente: sta a noi comprenderlo, coltivarlo e onorarlo al meglio.
Mi incuriosisce perché: allora esiste una possibilità per capire gli adolescenti? 😉
M. Orsi, Dire bravo non serve, Mondadori, Milano, 2017, pp. 210
Dalla pagina dell’editore: L’approccio della scuola Senza Zaino è una rivoluzione pedagogica e didattica che mette al centro il bambino, la sua indipendenza e autonomia, e lo aiuta a sviluppare la sua creatività e la sua responsabilità nello studio come nella vita. Ideato quindici anni fa da Marco Orsi, questo metodo si ispira anche agli ideali di Maria Montessori ed è in linea con le ricerche più recenti sulle pratiche didattiche efficaci. Si è fatto strada nella scuola pubblica coinvolgendo, istituto dopo istituto, 328 scuole in tutta Italia.
Propone per esempio il rispetto come alternativa al sistema dei premi e delle punizioni, che induce i bambini ad “accontentare” le aspettative dell’adulto anziché seguire le proprie autentiche disposizioni interiori. Oppure i compiti di realtà, attività in grado di avvicinare gli studenti fin da piccoli a situazioni da grandi e comunque utili alla vita sociale.
Questo libro si rivolge non solo agli insegnanti ma anche ai genitori, per suggerire un nuovo approccio alla gestione della vita scolastica dei propri figli, dai voti ai compiti a casa. E aiutarli, grazie a esempi concreti e consigli e attività pratiche, ad accompagnare i bambini in un percorso che li renda davvero grandi.
“Educare alla responsabilità è aiutare le nuove generazioni a prendere via via in mano il proprio destino, la propria vita, sapendola orientare verso un orizzonte particolare, unico, che diventa risposta originale alle caratteristiche che ciascuno possiede. E prendere in mano la propria vita significa dispiegare al meglio talenti e potenzialità, avere l’ambizione di dare corpo ai sogni percorrendo strade inedite, senza lasciarci abbacinare da itinerari consueti, magari facili e rassicuranti, anche perché poco impegnativi, ma incapaci di rispondere a quel bisogno di originalità che ognuno di noi si porta dentro.”
Mi incuriosisce per l’approccio che dimostra.
E tu? Quali libri ti piacerebbe leggere durante questa estate? Se ti va, scrivilo nei commenti: mi farebbe molto piacere. Grazie!