Ciao e benvenuta nel mio sito (oppure benvenuto! Uso il femminile perché la maggior parte di chi mi legge è donna, ma non sentirti escluso: mi fa piacere che tu sia qui).

Sono contenta che tu abbia deciso di cliccare su questa pagina per conoscermi meglio.

Mi presento.

Mi chiamo Michela Albertini e sono pedagogista libera professionista*, insegnante di scuola primaria ed autrice di libri per bambini.

Sono anche esperta di laboratori esperienziali ARTLab™ perché mi sono diplomata presso Lyceum Academy a Milano nel dicembre 2021.

 

 

 

 

Mi sono laureata in Pedagogia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano nella nuvolosa mattina del 20 ottobre 1997, il giorno prima di compiere 24 anni.

 

La mia tesi è stata dedicata a Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, un poeta ligure del XIX secolo, e ha sancito ufficialmente il mio amore per lo studio, la parola e la letteratura.

 

 

 

 

 

 

 

 

Lettura e scrittura fanno parte di me da quando ne ho memoria, non so scinderle e non saprei dire quale sia la più importante per me:

leggere mi nutre, alimenta il mio mondo interiore, mi permette di capire;

scrivere mi aiuta a stare sulle parole, ad assaporarle, a mettere in ordine idee e pensieri sul mondo “fuori”.

 

 

 

 

 

Subito dopo il primo libro ho iniziato a viaggiare e ad andare nelle scuole come autrice, ma è stato solo a un certo punto (dopo 20 anni di lavoro a tempo pieno, 3 libri e 3 figli), che ho realizzato che potevo essere utile alla scuola anche in un altro modo: il mio!

 

Ho chiesto il part-time e, dopo tre anni, sono diventata libera professionista con la decisione di aprire partita iva, che ho mantenuto per diversi anni.

 

 

 

 

 

 

Da sempre amante della lettura e dei libri, ho incontrato per caso la scrittura professionale, che mi ha accolto nel suo affascinante mondo e, al primo libro, negli anni se ne sono aggiunti altri quattro!

 

Nel 2009 è stato pubblicato il mio primo libro e da allora incontro nelle scuole (di ogni ordine e grado) insegnanti, bambini e ragazzi per parlare, a seconda dei progetti in cui sono coinvolta, dei miei libri, delle tecniche di scrittura, di percorsi di lettura e di promozione del piacere di leggere.

 

Negli anni ho incontrato migliaia di studenti e centinaia tra insegnanti ed operatori dell’editoria: grazie ad ognuno di loro ho imparato che davvero i libri – prima di essere pagine scritte – possono essere luoghi di incontro, opportunità di preziose relazioni educative e terreni di… ri-conoscenza!

 

 

 

 

 

 

Nel corso degli anni, la creatività è diventata una compagna di viaggio sempre più importante e ora mi affianca in tutti i miei progetti anche professionali, che si tratti di lavorare con i bambini o gli adulti, in classe o fuori.

 

Dalla metà del 2021 la creatività riveste una scelta professionale a cui ho voluto dare lo spazio – anche online – che da tempo mi richiedeva ed è nato il nuovo logo della mia attività.

 

 

 

 

 

 

Credo nell’importanza delle relazioni, del costruire insieme, nella capacità di creare connessioni con ciò che ci circonda.

Credo che la creatività abbia mille sfumature diverse e che ognuno possa trovare il proprio modo di viverla.

Credo nella soddisfazione di raggiungere un traguardo, non meno che nella necessità di godersi il viaggio in ogni istante.

 

Cerco, con il mio lavoro, di restituire parte di tutto ciò che ho ricevuto e di cui sono profondamente grata.

 

 

 

Ci sono parole che, più di altre, risuonano con ciò che siamo e ciò che di noi vogliamo offrire agli altri. Raccontano i nostri punti di riferimento, ciò che ci guida come un faro nelle scelte di ogni giorno.

Per me sono questi:

CREATIVITÀ – Al di là di tutte le definizioni che se ne possono dare, per me la creatività è soprattutto dare origine a ciò che non c’era e la possibilità di trovare sempre una soluzione.

Mi piace pensare che la creatività sia imparentata col coraggio e la speranza.

CURA – Ciò che propongo è sempre rivolto a qualcuno: la cura è l’attenzione costante alle persone, prima che ai servizi.

CONNESSIONE – Viviamo in reti di relazioni. Penso che sia inevitabile che si creino legami e scambi: sta a noi decidere quanto di noi stesse portare nelle relazioni con gli Altri.

Nei servizi che propongo metto tutta l’esperienza che ho e l’attenzione per le persone, sempre.

 

 

 

Oggi aiuto chi educa a stare bene (o a stare meglio) in una relazione educativa attraverso proposte di attività creative e/o con i libri.

Lo faccio attraverso

  • incontri nelle scuole,
  • laboratori esperienziali,

 

online oppure

nelle scuole e/o nelle strutture che mi ospitano.

 

 

 

 

Ti ho raccontato di me, prima di parlare di te, per presentarmi, per farmi conoscere.

Un rapporto di lavoro è una relazione professionale.

Credo che i risultati migliori si ottengano quando si lavora insieme, si col-labora, quando si guarda nella stessa direzione.

Ho voluto raccontarti a grandi linee chi sono per sapere se vado bene per te.

Se è così, non posso che esserne felice e dirti il mio grazie più sincero.

Se vuoi, ora, puoi contattarmi per lavorare insieme. Io ci sono …e ti aspetto!

 

A presto,

Michela

 

P.S. Da fine gennaio 2024 ho terminato l’invio della newsletter “Tempo di…”. Desidero ringraziarti tantissimo per la tua presenza, lo scambio di idee, il tempo che hai dedicato a ciò che ho scritto anche lì: se vorrai continuare a farlo, hai il mio indirizzo mail (forse anche il mio numero di telefono) e io sarò felicissima di avere tue notizie e risponderti.

 

 

 

* Professione esercitata ai sensi della legge 14 gennaio 2013, n.4 – Socia dell’associazione di categoria Coordinamento Nazionale Pedagogisti e Educatori (Co.N.P.Ed.) con tessera n. PLO99 – Presentata domanda per l’iscrizione all’albo dei pedagogisti c/o il Tribunale di Milano.

(aggiornamento: 1 ottobre 2024)

Laboratori e sostenibilità

Sostenibilità

Buongiorno, cara amica lettrice o amico lettore.

L’articolo di oggi nasce da una riflessione che da tempo faccio sulla parola sostenibilità, di cui tanto si sente parlare.

Qui ti spiego come l’ho declinata io nella mia piccola realtà professionale e quale sia il contributo che io intenda dare con la mia attività. So che magari è davvero minimo, ma sono anche convinta che, proprio perché molto piccolo, ci debba essere. Non abbiamo studiato tutti a scuola che ogni cosa è composta da particelle invisibili a occhio nudo eppure estremamente importanti? ^^

Sei pront*?

Continua a leggere.

Cos’è la sostenibilità?

INDICE

  • Definizione di sostenibilità
  • La sostenibilità da un punto di vista ambientale
  • La sostenibilità per i partecipanti
  • La sostenibilità nei tempi…
  • …e nei costi

 

Basta accedere alla pagina di Wikipedia o al sito Treccani per vedere a colpo d’occhio quanto complesso e multiforme sia questo tema così attuale, importante e purtroppo urgente.

In base alla definizione del Dizionario Dire è sostenibile ciò che

  1. si può reggere
  2. si può sopportare
  3. si può difendere

Sulla base di queste accezioni, ti spiego come ho unito il termine sostenibilità all’argomento laboratorio.

 

Laboratori e sostenibilità: si può?

Un laboratorio può essere sostenibile per l’ambiente

Può esserlo quando, secondo me, cerca ad esempio di impattare il meno possibile.

Come?

I modi possono essere diversi.

Quelli che ho scoperto e utilizzo io sono i seguenti:

Ricicla materiale che altrimenti finirebbe nella spazzatura domestica

Da un punto di vista creativo, hai mai notato gli utilizzi altri che si possono fare del materiale pronto a finire nel bidone? Ad esempio le interessanti texture di certe confezioni di agrumi? Il fondo delle confezioni di plastica dei tortellini sono ritagli di acetato con cui creare finestrelle o lenti di ingrandimento nei lapbook! Le scatoline di cartone di farmaci e creme possono essere aperte e ricostruite come casette per il plastico di una città. Le reti delle confezioni dei limoni possono diventare superfici su cui fare un interessante frottage. Per non parlare poi dell’onnipresente rotolo di carta igienica! ^^ 

 

Utilizza materiale di scarto di lavorazioni artigianali o industriali

Quelle adatte ad essere maneggiate e riutilizzate (occorre dirlo?). Ci sono luoghi e progetti in cui questi “scarti” vengono raccolti e fanno la felicità di chi li sa guardare con uno sguardo creativo. Ti segnalo Remida a Reggio Emilia e RecuperArti in Versilia. Perché eliminare ciò che invece ha un contributo importante nella creazione di un’opera artistica?

 

Usa contenitori riciclati

Dai vasetti dello yogurt e della ricotta alle vaschette di frutta, per contenere acqua oppure tempere, ad esempio, ogni contenitore può essere riutilizzato molte volte senza perdere la funzione per cui è nato.

 

Smaltisce correttamente ciò che ha prodotto

Eh sì, per molti elaborati artistici arriva quel momento. A meno che tu non viva in qualche ettaro di appartamento, non possiamo trasformare la nostra casa in una mostra permanente di opere prodotte nella fascia d’età 0-18 e, quindi, prima o poi occorre anche “smaltire” ciò che è stato creato. Anche in questo caso si possono separare, per quanto possibile, i vari elementi originari e suddividerli nei rispettivi contenitori della differenziata.

 

Limita la creazione di rifiuti futuri

Propone ad esempio attività di installazioni effimere oppure utilizza le loose parts. Ci sono bellissime attività di racconto e di produzione di elaborati artistici che si possono fare con i cosiddetti “scartini”. Una volta esaurito il loro compito, tornano nelle scatole e sono pronti per altri elaborati.

Abbiamo il timore di pensare “E ora cosa ne rimane”? Scattiamo un po’ di foto (che poi utilizziamo anche come documentazione ^^) e – se occorre – prepariamo una galleria di immagini, ma soprattutto godiamo dell’esperienza che viviamo, che non vale meno se non ha una prova tangibile.

 

Arte effimera e land art: a volte basta poco.

Accanto alle questioni pratiche che ho elencato fino a qui, penso che la definizione di sostenibile vada anche in una direzione, come dire, etica.

Un laboratorio è sostenibile per l’ambiente e per chi lo vive quando…

  • Usa solo ciò che è necessario: non prendo ciò che non mi serve (faccio sempre in tempo), non butto ciò che è troppo, se non ho/non ho più un materiale ne posso sempre utilizzare un altro.
  • Sperimenta opportunità altre per fare arte, ad esempio, con i materiali naturali (che vengono – dove si può – raccolti e non acquistati). Si può fare arte all’aperto o creando opere effimere (pensiamo alla forza comunicativa di certe sculture di sabbia o di ghiaccio oppure alla land art e riprendiamo i princìpi che le generano). Gli elaborati così prodotti non hanno meno valore perché di vita breve, anzi… Molto spesso è un’esperienza che si ricorda a lungo e volentieri perché diversa dalle solite.
  • Rispetta il materiale che usa. Forse fare un laboratorio a zero impatto ambientale è difficile per lo stile di vita e le abitudini che abbiamo, ma si può diventare consapevoli che ciò che usiamo deriva da una produzione precedente, dal lavoro di altre persone, dall’utilizzo di risorse ed energie comuni e, come tale, va considerato e trattato.

 

La sostenibilità dei/nei tempi

Un laboratorio può essere sostenibile nei tempi

Chi crea un laboratorio spesso – soprattutto le prime volte – lo progetta partendo da zero, da un’idea o un’intuizione o un bisogno che è stato fatto presente o un’esigenza che si è verificata. Progettare, preparare, allestire, condurre, sistemare,… sono tutte azioni che richiedono cura e attenzione perché chi vi partecipa faccia un’esperienza significativa.

Chi partecipa al laboratorio ha bisogno del proprio tempo e, insieme, di accordarsi con quello del gruppo di cui fa parte; ha magari bisogno di tempo per ambientarsi o per ascoltarsi o semplicemente per stare nell’esperienza.

Un laboratorio sostenibile ha cura e rispetto del tempo di tutti.

 

L’unione fa la forza…e tutti vincono!

Un laboratorio può essere sostenibile dal punto di vista dei costi

Vale sia per chi partecipa sia per chi conduce il laboratorio. Chi crea un laboratorio, come ho scritto sopra, vi dedica tempo ed energie, oltre a competenze ed esperienze, e mette tutto ciò a servizio di chi vi partecipa perché sia un’esperienza serena, significativa e di benessere.

Chi progetta un laboratorio dedica attenzione anche all’aspetto economico, come uno degli elementi di cui ha cura, perché esso nasce dalla combinazione di più fattori che i partecipanti non possono sempre conoscere del tutto. Chi partecipa ha la possibilità di sostenere, con la propria adesione, un lavoro fatto con impegno, cura e attenzione, in un’ottica di win-win (vinco io, vinci tu).

Un laboratorio sostenibile considera e ha rispetto del lavoro e della partecipazione di tutti.

 

Concludendo, cara amica lettrice e amico lettore, se questo articolo ti è piaciuto, ti invito a partecipare a uno dei miei laboratori ARTLab™ in presenza presso il mio studio (puoi trovare nella pagina Eventi il calendario dei prossimi appuntamenti) oppure online. Puoi, inoltre, sempre richiedere un mio laboratorio ARTLab™ presso la tua scuola oppure nella tua specifica realtà professionale. Se desideri avere ulteriori informazioni, scrivimi: sarò felice di aiutarti.

 

Grazie per essere qui.

Michela

 

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